Incisione unica a Bulino Sacra Famiglia Raffaello Sanzio/Donati Rasciotti

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Donato Rasciotti su un’opera perduta di Raffaello Sanzio. Raffaello Sanzio

(Urbino,28marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520)

Donati, o Donato Rasciotti editore bresciano, fu attivo alla fine del 1500,primi del 1600. Fu incisore e mercante d’arte veneto. Collaborò pure coiCarracci. Operò molto a Roma, Bologna e Venezia.

Si veda: http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/9032/851730-1197704.pdf?sequence=2

Titolo:“Sacra famiglia sotto la quercia”, nota anche come “Madonna della lucertola”(salamandra) o “La Sacra Famiglia e san Giovannino”.

Dimensioni con cornice: 60 x 70 x3,5 cm

Incisione:38,5 x 49 cm 

Tecnica: incisione a bulino

INCISIONE, rarità assoluta!

Per i meno esperti si tenga conto che le incisioni a bulino sono le più antiche e difficili da eseguire (al giorno d'oggi gli artisti che sono capaci si contano sulle dita di una mano) ed a noi ne sono giunte pochissime, anche perchè venivano realizzate in pochissimi esemplari. Di questa in oggetto ne esiste una simile al museo di Raffaello ad Urbino e la tiratura fatta 500 anni fa poteva essere al massimo di 10 copie e di queste dieci oggi sia ha certezza solo di questa.

SACRA FAMIGLIA

Visto e considerato che le persone al mondo che potrebbero permettersi un dipinto di Raffaello si contano sulle dita di una mano, questa incisione è quanto di più tangibile ci sia in commercio che riconduca al "Principe della pittura".

Al Rasciotti si deve questa grande incisione a bulino, datata 1592. Chiaramente, avendo quasi 500 anni, non è perfetta. Non potrebbe nemmeno esserlo. E' comunque conservata in buono stato.

Il dipinto di Raffaello, oggi perduto, è stato inciso anche da Diana Scultori pressappoco nello stesso periodo di questa. È sempre a bulino ma di dimensioni dimezzate rispetto alla mia incisione.

Si veda:https://www.preliber.com/stampe/la-sacra-famiglia-e-san-giovannino.

Si tratta di un 25 x 17 cm proposto a 4000 euro. Senza cornice. Molto diversa dalla mia incisione.

Prima del 1600 non risultano quindi altre incisioni su questo dipinto, salvo queste due appena menzionate.

A Bergamo, Accademia Carrara, è presente questo stesso soggetto realizzato dal francese Brebiette Pierre (1598/ 1650), siamo quindi nel 1600 inoltrato. Si veda: https://www.lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/C0100-00159/. Questo per dire che stiamo parlando di un’opera rarissima.

L’immagine presente nell’incisione ricorda la tela conservata al Museo del Prado e che alcuni critici hanno attribuita a Raffaello, altri all’allievo Giulio Romano (vedi ultima foto).Opera documentata non soltato dal Vasari e dal Borghini, ma anche da altri biografi.

Appare palese, a mio modesto avviso, che l’opera al museo di Madrid non sia di Raffaello per via della ‘salamandra’ nella colonna. L’opera fu quindi eseguita da Giulio Romano copiando l’originale di Raffaello. Non so dire se nella copia di Madrid c’è anche la mano del Maestro. Ma poco importa ora.

La salamandra è uno stemma araldico dei Gonzaga. Si conosce anche come la Salamandra di Federico II quinto duca di Mantova figlio di Francesco II e di Isabella D'Este. Ci sono giunte diverse immagini che ce la mostrano, ivi comprese quelle presenti in alcuni soffitti dei palazzi Reali di Mantova e Ferrara, ove Giulio Romano operò moltissimo.

Nella presente incisione, sotto la colonna, è indicato l’artefice del dipinto, ossia Raffaello. Al che il Rasciotti vide coi propri occhi l’opera.

Si legge infatti "RV inv", ossia Raphael Vrbinas Inventor e non PV inv come invece potrebbe sembrare.

Nell’opera di Raffaello, quindi, la Salamandra non c’è!

La tela è quindi oggi dispersa.

Esiste una copia simile di incisione presente nella pinacoteca di Urbino, sempre del Rasciotti, però è leggermente diversa e quasi certamente successiva alla mia(questa deduzione la sia ha per la data e le scritte sotto riportate nella mia e non presenti nell’altra, una data incisa male (1592 -1?) e verosimilmente tolta dalla matrice in quella di Urbino). Non conosco l’esistenza di ulteriori stampe. Ma dubito ve ne siano altre. È da intendersi come unica. Quelle conservate nei musei, sempre che ce ne siano, non fanno testo in quanto non commercializzabili. Sulla bella cornice La cornice si adatta perfettamente all’incisione grazie alle foglie di quercia dorate e alla laccatura in finto marmo verde. Si può definire di alto pregio. La scelta di non mettere un passe partout nasce dal fatto che si è voluto evitare di occultare le scritte basse. Inoltre l’irregolarità geometrica della incisione avrebbe causato la perdita di 0,5 cm per ogni lato, quindi una perdita rilevante della figura. L'incisione è montata su un foglio di cartone pressato di color sabbia, resistente all’umidità e agli agenti patogeni della carta. Incisione Nell'incisione pare leggersi 1492 o forse 1491. Ritengo però che il ‘4’ sia in realtà un “5”, fu un comune errore di stampa. Credo sia 1491 o 1492. Esiste un'esemplare simile di incisione nella Pinacoteca di Urbino. Ma è successiva, come detto sopra. L’attendibilità del Rasciotti nell’incidere ciò che vide è fuori discussione. Rasciotti fu amico intimo e collaborò con un altro dei massimi incisori del tempo, Agostino Carracci.

  • Condition: buona, come da foto, in cornice di pregio: 60 x 70 x 3,5 cm

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