TRAMA IN BREVE : Mariella e Caterinetta frequentano lo stesso collegio e ne movimentano le giornate con le loro baruffe. Nell'aiutare un garibaldino ferito che ha cercato rifugio nel convento, le due ragazze scoprono l'amicizia, e Mariella ritrova l'amore. Un Vittorio De Sica già maturo per risultati di ben altra caratura.
P lot : An old woman's poignant reminiscence of her youth in a convent school, the happy moments and the sad, and her tragic love for a Garibaldian.
The film is of particular interest for two reasons: firstly, it is a film about the Italian Risorgimento, and yet a fairly a-typical one among those made during Fascism; secondly, it is a fairly intriguing early film by soon to be Neorealist master Vittorio de Sica, the author of such masterpieces as Shoeshine and Rome Open City.
COLLANA CINEVITA - CINEFOTOROMANZO COMPLETO, ANNO VII N.23, 11 LUGLIO 1942 - XX, EDIZIONI EDITAL MILANO, SPILLATO, 12 PAGINE, FORMATO ORIZZONTALE cm. 30,5x21,7, STAMPA INTERNA IN COLOR SEPPIA,
CONDIZIONI BUONISSIME
Italia 1942 con Carla Del Poggio, Leonardo Cortese, Maria Mercader regia di Vittorio De Sica
Inizi del XX sec. l’anziana dama Caterina Bellelli va in visita alla marchesa Mariella Dominiani per presentarle due sue nipoti. In attesa dell’arrivo della marchesa, Caterina rievoca la sua gioventu’ sotto l’impero borbonico, quando la famiglia Bellelli, ricca ma di umili origini era acerrima nemica dei marchesi Dominiani, nobili e spiantati. Mariella e Caterinetta si ritrovano al collegio del Convento di Santa Rossana e diventano amiche. Una sera, la ribelle Caterinetta trova il conte Franco Amidei, luogotenente garibaldino ferito e inseguito dai soldati borbonici; lo ospita nella baracca di Tiepolo, il guardiano del convento e chiede aiuto a Mariella non sapendo che la fanciulla e Franco sono segretamente fidanzati.
Alla sua quarta regia Vittorio de Sica celebra l’epopea risorgimentale in un film che prosegue il filone sbarazzino di fanciulle impertinenti dei primi lavori (Maddalena zero in condotta, Teresa’ Venerdi’). Un garibaldino al convento risulta cosi’ una pellicola leggera ma forse e’ l’unica a testimoniare pienamente quello spirito di passione e ribellione giovanile che mosse il nostro Risorgimento ma che difficilmente emerge dalle pellicole storiche. La storia d’amore tra Mariella e il garibaldino resta sullo sfondo e l’escamotage di narrare la vicenda in flashback, scelta stilistica molto rara nel cinema italiano dell’epoca, vena di sottile malinconia l’esito infelice dell’amore tra i due giovani, visto che Franco, salvato da una compagnia di camice rosse guidata da Nino Bixio (interpretato dallo stesso De Sica) non sopravvivera’ alle guerre di indipendenza e Mariella consacrera’ tutta la sua esistenza al ricordo dell’amato. Sviando in questo modo il lato melodrammatico, De Sica puo’ giocare con i vari registri comici dall’amore impossibile di Giacinto, zio di Caterinetta, per la zia marchesa, ai vari livelli di satira: l’irruzione in sala da pranzo degli animali di Caterina durante un pomposo pranzo ufficiale degli zii che costa alla fanciulla la reclusione in collegio e soprattutto il trasformismo del Governatore che in visita al convento si trova invischiato nelle operazioni di cattura di Franco Amidei: prima appoggia i borbonici che in un centinaio cercano di stanare il garibaldino ferito e dopo la vittoria della brigata garibaldina si congratula con il nuovo esercito che a suo dire, ha sempre sostenuto. C’e’ anche una ricerca di aderenza storica piuttosto inconsueta per l’epoca: le scene in esterni si ispirano alla pittura risorgimentale di Lega e Fattori mentre l’abito delle giovani collegiali, per quanto assurdo riprende la mise del celebre ritratto della marchesina Anna Pallavicino Trivulzio di Giuseppe Molteni. Sul set de Un garibaldino al convento nacque l’amore tra Maria Mercader e Vittorio De Sica.
ATTRICE
Quando ha diciannove anni le si presenta per la prima volta l'occasionedi interpretare un ruolo drammatico. Il film, tratto da Gli indifferenti di Moravia, non va in porto, ma lei si innamora del regista che avrebbe dovuto dirigerlo, un uomo più grande di lei di undici anni. Alberto Lattuada. Appena pochi mesi dopo il loro primo incontro, complici il comune amore per la musica e un romantico 'passaggio' in bicicletta, si sposano nell'aprile del 1945. Testimoni Carlo Ponti e Mario Soldati. L'anno successivo Lattuada sconvolge l' immagine di 'Maddalena', amabile protagonista di commedie a lieto fine, proponendole di fare la parte di una prostituta. Dopo qualche esitazione lei accetta quel ruolo in un film (Il bandito ,1946), che vede come protagonisti due mostri sacri del cinema italiano, Amedeo Nazzari e Anna Magnani. Negli anni del dopoguerra si misura con successo anche a teatro, rappresentando, tra molti altri, Gli indifferenti . In seguito, conferma le sue doti drammatiche in un altro film del marito, Senza pietà (1948), dove interpreta una ragazza coinvolta in un brutto giro di droga e di prostituzione. Negli anni '50 si divide tra cinema e teatro riscuotendo un grande successo sul palcoscenico del San Ferdinando di Napoli al seguito della compagnia 'La Scarpettiana'. Interprete convincente e versatile, anche se il suo nome resterà soprattutto legato alla grande stagione del neorealismo, nel corso della sua carriera dimostrerà di poter essere un'affascinante soubrette per merito di Erminio Macario (Tutte donne meno io , 1956), dopo esserlo stata sul grande schermo in Luci del varietà (Alberto Lattuada, Federico Fellini, 1950). Nel 1956 si ritrova in un cast tutto italiano e tutto al femminile per Roma ore 11 (Giuseppe De Santis), mentre con il grande Peter Ustinov si appresta ad abbandonare il cinema con I girovaghi (Hugo Fregonese, 1956), film che gira quando è in attesa di un bambino. Dalla fine degli anni '50 si dedica soprattutto alla televisione, comparendo in numerosi sceneggiati, come Piccolo mondo antico (Silverio Blasi, 1957), Tutto da rifare, pover'uomo (Eros Macchi, 1960) e David Copperfield (Anton Giulio Majano, 1965).
'Luci del varietà' di Alberto Lattuada, 1951
E' stata moglie e musa di Alberto Lattuada, l'attrice si è spenta ottantacinquenne nel 2010 a Roma. Nata a Napoli ha lavorato tra gli anni Quaranta e Cinquanta con De Sica, De Santis, Zampa.
María Mercader (Barcellona , 6 marzo 1918 – Roma , 26 gennaio 2011 ) è stata un'attrice spagnola , naturalizzata italiana.
María era la sorella di Ramón Mercader , l'assassino di Trotsky . Nel 1939 ebbe inizio la sua attività in Italia, dove interpretò diversi film.
Nel 1942 , sul set del film Un garibaldino al convento , conobbe il regista Vittorio De Sica , che dopo il divorzio ottenuto dalla precedente moglie, sposò nel 1959 in Messico . Il matrimonio non fu riconosciuto dalla legge italiana. Ottenuta la cittadinanza francese nel 1968 , si sposarono nuovamente a Parigi .
Era la madre di Christian De Sica e Manuel De Sica , nonna di Brando De Sica e consuocera di Mario Verdone , padre di Carlo Verdone .
Nel 1988 recitò in La casa del sorriso , diretto da Marco Ferreri , ultimo film italiano ad aver vinto l'Orso d'Oro al Festival del Cinema di Berlino (1991).
È morta a Roma il 26 gennaio 2011 .
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