Quaderni della Resistenza greca, marzo 1971. Dittatura dei colonnelli

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Venditore: gigggggi ✉️ (525) 100%, Luogo in cui si trova l'oggetto: Pesaro, IT, Spedizione verso: WORLDWIDE, Numero oggetto: 226034954533 Quaderni della Resistenza greca, marzo 1971. Dittatura dei colonnelli. Quaderni della Resistenza grecan. 4-5 marzo 1971 48 p. Dittatura dei colonnelli  (τὸ καθεστώς τῶν Συνταγματαρχών), nota anche come  la Giunta  (η Χούντα), è il nome che viene usato per indicare un regime di  dittatura militare [1]  di ispirazione fascista [2]  instaurato il 21 aprile 1967 e proseguito, sotto varie forme, fino al 24 luglio 1974. In quel periodo la  Grecia  venne governata da una serie di  governi militari   anticomunisti [3]  saliti al potere con un  colpo di Stato  guidato dai  colonnelli   Geōrgios Papadopoulos ,  Nikolaos Makarezos  e  Stylianos Pattakos . Leader della giunta furono  Geōrgios Papadopoulos  e, dal 25 novembre 1973,  Dīmītrios Iōannidīs . Il colpo di Stato soppresse il governo, eletto democraticamente, di sinistra e centro democratico [2] . Il regime effettuò in continuazione arresti e deportazioni degli oppositori [1] , abolì le libertà politiche e civili, sciolse i partiti e costrinse all'esilio la famiglia reale. [2]

Il colpo di stato del 1967 , ed i seguenti sette anni di dittatura militare, furono la conseguenza dell’anomala situazione politica sviluppatasi nel dopoguerra [senza fonte ]. Secondo gli accordi di Jalta , l'influenza politica nella penisola spettava per il 70% al Regno Unito  (in accordo con gli Stati Uniti ) e per il restante 30% ai sovietici (mentre nelle restanti nazioni europee c'era una chiara dominanza dell'una o dell'altra parte).

Data tale convivenza di interessi e la mancanza di una casa reale autorevole, gruppi cospiratori di destra e di sinistra fomentarono le tensioni sociali già esistenti, che sfociarono inizialmente nella guerra civile greca  combattuta dal 1945  al 1949 , e successivamente in governi deboli e precari.

In realtà, Stalin considerava la Grecia di esclusiva pertinenza occidentale  e non fornì alle formazioni comuniste il supporto che queste speravano, mentre il Regno Unito, dopo l'intervento militare in favore del governo greco nel periodo della guerra civile, si disimpegnò dall'area lasciandola, di fatto, sotto l'influenza statunitense.

Il giovane e inesperto re Costantino II , succeduto al padre Paolo  deceduto nel marzo del 1964, nel tentativo di mantenere il controllo sull'esercito, si scontrò con il primo ministro Papandreou . Nel luglio del 1965  rifiutò le dimissioni del ministro della Difesa, carica che Papandreou voleva assumere egli stesso, costringendo alle dimissioni quest'ultimo.

Iniziò così una stagione turbolenta, di governi incapaci di ottenere la fiducia in parlamento, e proteste popolari. Costantino II indusse Stephanos Stephanopoulos  a formare un governo di uomini del re, governo che resistette fino al 22 dicembre 1966 . Per le elezioni, fissate per il 27 maggio 1967 , le indicazioni facevano pensare che l'Unione di Centro avrebbe ottenuto la maggioranza in parlamento.

I preparativi del colpo di Stato [ modifica  |  modifica wikitesto ] Piazza Omonia  ad Atene  negli anni '60

Già dal 1966 , all'interno dell'esercito greco si formarono vari gruppi di ufficiali che puntavano a varie forme di intervento che avrebbero evitato la presa del potere all'Unione di Centro e le probabili epurazioni che sarebbero seguite. Secondo un'analisi dell'ambasciata USA del maggio 1966 , un gruppo di 11 generali, guidati da Georgios Spantidakis , comandante in capo dell'esercito greco, avrebbe studiato un piano che prevedeva la presa del potere da parte dell'esercito e la nomina di Panagiotis Pipinelis  (Παναγιώτης Πιπινέλης) politico ultraconservatore fedelissimo al sovrano, [senza fonte ] come primo ministro.

Il re, che fu messo al corrente del piano, diede il suo assenso. Del piano furono informati anche i capi dell'Aeronautica e della Marina ed alcuni uomini politici. Nel novembre 1966 , fu elaborato il piano, che si basava sul piano Prometheus  che era stato predisposto per contrastare una ipotetica sollevazione comunista, con l'aggiunta dell'arresto di alcuni uomini politici e giornalisti. Il piano si sarebbe attivato su richiesta del re e comunque prima delle imminenti elezioni.

I colonnelli [ modifica  |  modifica wikitesto ]

Contemporaneamente venne formato, ad un livello più basso, un gruppo di ufficiali capeggiati dal colonnello Geōrgios Papadopoulos , i quali vennero introdotti ai preparativi del colpo di Stato e dislocati al comando di varie formazioni in postazioni strategiche.

Il gruppo di Papadopoulos, al quale appartenevano il brigadiere Stylianos Pattakos  (Στυλιανός Παττακός) e il colonnello Nikolaos Makarezos  (Νικόλαος Μακαρέζος), di fronte ai temporeggiamenti degli ufficiali maggiori e temendo l'avvicinamento delle elezioni, decise di agire individualmente senza attendere il via libera del monarca.

Il colpo di Stato del 21 aprile 1967 [ modifica  |  modifica wikitesto ]

Nella notte fra il 20 ed il 21 aprile 1967  venne dato a tutti gli appartenenti al gruppo dei golpisti il segnale per agire. Alle 2:00 Papadopoulos, Makarezos e il colonnello Ioannis Ladas (Ιωάννης Λαδάς) entrarono nella sede dello Stato Maggiore dell'Esercito e annunciarono al comandante in capo Georgios Spantidakis il colpo di Stato. Spantidakis non si oppose, anzi facilitò i piani dei colonnelli. Alle 2:30 un reggimento di paracadutisti, con a capo il maggiore Georgios Konstantopoulos, occupò il Ministero della Difesa.

Contemporaneamente le truppe al comando del brigadiere  Stylianos Pattakos  guadagnarono il controllo dei centri di comunicazione, del parlamento e del palazzo reale. Le unità mobili della Polizia Militare (Elliniki Stratiotiki Astynomia ESA), seguendo liste già predisposte dal capo Ioannis Ladas, arrestarono più di 10.000 persone. Dirigenti politici, incluso il primo ministro Panagiōtīs Kanellopoulos , figure di rilievo ed anche semplici cittadini che avessero mostrato simpatie per la sinistra furono arrestati o messi nella condizione di non poter comunicare.

Il ruolo del re [ modifica  |  modifica wikitesto ]

I tre dirigenti del colpo di Stato fecero visita alle 5:30 della mattina del 21 aprile al re nella sua residenza estiva di Tatoi , che era stata circondata dai carri armati agli ordini dei rivoltosi. In un primo tempo il sovrano cercò di opporre resistenza e congedò i militari, chiedendo loro di ritornare in compagnia di Spantidakis. In seguito, nella stessa giornata, raggiunse il Ministero della Difesa situato a nord del centro di Atene, che era diventato il centro della rivolta. Il re ebbe un colloquio con Kanellopoulos, che vi era trattenuto in stato di arresto, il quale cercò di convincerlo a interrompere qualsiasi dialogo con i golpisti e a denunciarli pubblicamente.

Infine Costantino II decise di collaborare, giustificando la sua iniziale indecisione con la motivazione che, essendo rimasto isolato e quindi all'oscuro sulla situazione, non aveva potuto agire immediatamente. In seguito il monarca cercò di giustificare il suo atteggiamento affermando di aver cercato di prendere tempo per poter organizzare un contro-colpo nei confronti della Giunta militare. [senza fonte ]

Comunque, nei fatti, il nuovo governo ebbe un'origine legale, essendo stato legittimato dal capo dello stato, circostanza che ebbe un notevole peso sulla definitiva presa del potere da parte dei militari. In seguito Costantino II cercò di ritornare, senza successo, sulla sua decisione. Per molti greci l'atteggiamento di Costantino II lo legò indissolubilmente ai colonnelli, convinzione che giocò un ruolo fondamentale nella decisione finale di abolire la monarchia, decisione sancita nel 1974 attraverso un referendum popolare.

La sola concessione che il re ottenne fu che fosse un civile ad essere nominato primo ministro. Venne scelto Kōnstantinos Kollias , un magistrato membro dell'Areios Pagos , la più alta corte di giustizia dell'ordinamento greco, monarchico convinto. Kollias fu comunque solamente un paravento ed il potere effettivo rimase nelle mani dei militari ed in particolare di Papadopoulos, che assunse in breve il ruolo di uomo forte della Giunta militare. Formalmente la legalità fu rispettata, in quanto la costituzione greca prevedeva che il re avesse il potere di nominare il primo ministro a prescindere dal voto di fiducia del parlamento.

  • Condition: Ottime condizioni
  • Lingua: Greco

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