San Giovanni da Capestrano Abruzzo Paolo Mercuri bulino stampa antica 1874

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Venditore: commandoalfio ✉️ (3.582) 99.1%, Luogo in cui si trova l'oggetto: Roma, RM, IT, Spedizione verso: WORLDWIDE, Numero oggetto: 134756294985 San Giovanni da Capestrano Abruzzo Paolo Mercuri bulino stampa antica 1874. Autore Paolo Mercuri (Roma 1804-Bucarest 1884)    Titolo B. Joannes a Capistrano.. Tecnica incisione a bulino originale original engraving Periodo 1874 Condizioni lievi macchie  e minime mancanze agli angoli altrimenti ottime Dimensioni battuta/platemark cm. 20 per 14 ca. Il foglio/sheet  cm. 33 per 25 ca.

  

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fra santi

Paolo Mercuri nacque a Roma nel 1804 da Vincenzo Mercuri e sua moglie Barbara Battaglia, in un casale situato circa tre miglia fuori porta Portese. Qualche anno dopo la nascita di Paolo, durante il periodo dell'occupazione napoleonica dello Stato della Chiesa, Vincenzo Mercuri fu costretto a vendere il casale e la vigna attigua, e si trasferì con la famiglia a Marino, dove prese in affitto una vigna della famiglia Salviucci e trovò alloggio nell'abbandonato convento dei padri agostiniani. I frati infatti erano stati cacciati dal convento in ottemperanza al decreto napoleonico di scioglimento degli ordini religiosi. Il giovane Paolo dimostrò subito una grande abilità nel disegno, ricopiando antiche stampe abbandonate dai frati nel convento[1]: rimasto orfano di madre nel 1813, nel 1816 venne ammesso presso l'ospizio di San Michele a Ripa Grande in Roma. Insieme a quello che diventò suo amico fraterno, Luigi Calamatta, iniziò a frequentare nel 1819 l'Accademia di San Luca, e a studiare i capolavori di Michelangelo e Raffaello conservati in Vaticano; nel 1820 fu segnalato per il primo premio al merito dell'Accademia di San Luca.[1]

Antonio Canova in persona notò l'abilità del Mercuri mentre dipingeva un "Gesù" e un "San Pietro" su commissione della Parrocchiale di Piedimonte San Germano.[2] Il Canova segnalò l'artista al cardinale Ercole Consalvi, che a sua volta lo menzionò a papa Pio VII, il quale gli aveva concesso una pensione di cinque scudi. Paolo Mercuri così rifiutò anche richieste di trasferirsi all'estero, prima a Londra, poi a Madrid, trasferitosi in una casa di via di San Teodoro, alle falde del Palatino. Ricevette un'importante commissione da Camille Bonnard: riprodurre duecento costumi medioevali italiani.[1] Il Mercuri così girò in lungo e in largo l'Italia, e al suo ritorno a Roma ottenne la commissione di realizzare un ritratto di papa Leone XII.

Dopo la morte del padre, si recò finalmente in Francia dove, assieme allo scrittore Felix Feuillet, realizzò le illustrazioni per le Favole di La Fontaine. Addirittura il giornale parigino Le bon sens chiese al governo la cittadinanza francese per Mercuri, il quale invece ottenne il riconoscimento del titolo di cavaliere dell'Ordine di San Gregorio Magno dal Papa.[1] Trasferitosi ormai a Parigi, nel quartiere di Pigalle, conobbe i grandi artisti francesi dell'epoca prima di venire richiamato a Roma a capo della Calcografia Centrale, nel 1839: mantenne l'incarico di direttore anche dopo l'unificazione dell'Italia nel 1870. Nel 1875 venne sostituito come direttore della Calcografia Centrale dal suo vice-direttore, Marcucci.

Aveva sposato Anna Maria Cenci, con la quale ebbe tre figli, di cui solo una sopravvisse all'infanzia: Enrichetta Mercuri, che nel 1877 sposò un avvocato rumeno trasferendosi a Bucarest.[1] Ormai anziano, Paolo Mercuri decise di trasferirsi in Romania con la figlia e lì morì, nel 1884.

Monumento funebre di Mercuri al Verano

Il suo corpo venne portato a Roma e sepolto nel Cimitero del Verano. A Roma, gli è stata intitolata una strada del rione Prati, mentre a Marino, città nella quale egli visse per molti anni, gli è stata intitolata una strada del rione Castelletto e, dal 1921, l'Istituto Statale d'Arte Paolo Mercuri.

Giovanni da Capestrano (Capestrano, 24 giugno 1386 – Ilok, 23 ottobre 1456) è stato un religioso italiano dell'Ordine dei Frati Minori Osservanti; è stato proclamato santo dalla Chiesa cattolica nel 1690.

Indice

1 Biografia

2 Culto

3 Influenza culturale

4 Note

5 Bibliografia

6 Voci correlate

7 Altri progetti

8 Collegamenti esterni

Biografia

Era figlio di un barone tedesco[1] e di una giovane dama abruzzese. Fu un sacerdote del quale si ricorda l'intensa attività evangelizzatrice nella prima metà del XV secolo.

Studiò a Perugia dove si laureò in utroque iure (diritto civile e diritto canonico). Divenuto uno stimato giurista, dopo alterne vicende, fu nominato capitano del popolo della città. Fu imprigionato quando la città fu occupata dai Malatesta.

In carcere ebbe luogo la sua conversione. Una volta libero, ottenne la nullità del suo matrimonio e prese i voti nel convento francescano di Monteripido, in Perugia, dove conobbe san Bernardino e lo difese quando fu accusato d'eresia per la sua devozione per il Nome di Gesù.

Da sacerdote condusse la sua attività apostolica in tutta l'Europa settentrionale ed orientale, in particolare in Ungheria orientale cioè in Transilvania, dove era consigliere del governatore Giovanni Hunyadi nel Castello dei Corvino.

La sua predicazione era volta al rinnovamento dei costumi cristiani e a combattere l'eresia. Ebbe anche l'incarico di inquisitore degli Ebrei[2][3]. Fu inviato direttamente dal papa come suo legato in paesi tedescofoni come l'Austria, la Baviera e la Polonia, dove si dimostrò estremamente zelante nei suoi tentativi di convertire eretici (in particolare fraticelli e hussiti), ebrei[4][5] e ortodossi greco orientali in Transilvania.

Il 17 febbraio 1427 nella Cattedrale di San Tommaso di Ortona (Chieti) fu solennemente proclamata la pace tra le città di Lanciano e Ortona patrocinata da San Giovanni da Capestrano.

Nel 1456 fu incaricato dal Papa, insieme ad alcuni altri frati, di predicare la Crociata contro l'Impero ottomano che aveva invaso la penisola balcanica. Percorrendo l'Europa orientale, il Capestrano riuscì a raccogliere decine di migliaia di volontari, alla cui testa partecipò all'assedio di Belgrado nel luglio di quell'anno. Egli incitò i suoi uomini all'assalto decisivo con le parole di san Paolo: «Colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento». L'esercito turco fu messo in fuga e lo stesso sultano Maometto II venne ferito. Continuò a lottare per mesi ma il 23 ottobre egli morì a Ilok, in Slavonia, oggi Croazia orientale.

Il suo culto come beato fu confermato il 19 dicembre 1650; fu canonizzato il 16 ottobre 1690 da papa Alessandro VIII.

Culto

Non si sa dove sia custodito il corpo di San Giovanni. Quel che è certo è che morì a Ilok, in Croazia, in un convento francescano; la chiesa di questo convento fu realizzata nel 1349 in stile gotico, consacrata a Santa Maria Assunta e riconsacrata, nel 1700, proprio a San Giovanni in memoria della sua morte nella cittadina. L'edificio conventuale aveva impianto barocco, sino al rifacimento in stile neogotico dei lavori del 1906-12, su progetto dell'architetto Hermann Bolle.

Il convento di San Francesco a Capestrano

La figura di San Giovanni da Capestrano però è legata fondamentalmente all'Abruzzo dove visse e peregrinò, fondando varie chiese. Le chiese principali a lui legate sono:

Basilica di San Tommaso Apostolo (Ortona): celebrazione del lodo di pace tra le città di Ortona e Lanciano il 17 febbraio 1427, dato che l'area frentana era da tempo invasa dai saccheggi e dalle scaramucce reciproche delle due municipalità, per il controllo portuale di San Vito.

Chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie (Ortona): fondata nel 1430 di Francescani dell'ordine di San Giovanni, in merito ad alcune clausole del "lodo di Pace" fatto firmare dal santo ai due sindaci delle città. La primitiva chiesa, ancora oggi esistente ma in stato di rudere, fu eretta fuori le mura, lungo l'attuale SS. Ortonese, o via Civiltà del Lavoro. La nuova chiesa con il convento, dedicata Santa Maria, fu eretta fuori Porta San Giacomo, nell'attuale Piazzale San Francesco, nel XVI secolo vi morì il Beato Lorenzo da Villamagna; la chiesa fu gravemente danneggiata dai combattimenti del 1943, e rifatta daccapo.

Chiesa e convento di Sant'Antonio di Padova (Lanciano): seconda chiesa voluta dal santo per dare fede al giuramento di pace tra Lanciano e Ortona. Eretta anch'essa intorno al 1430, sorge su un'antica cappella votiva dedicata a Sant'Angelo; la chiesa inizialmente era intitolata a Santa Maria della Pace, e successivamente dopo la riapertura del convento nel 1867, fu dedicata al Santo di Padova. La chiesa, con i restauri del dopoguerra, ha rinnovato l'interno con riquadri in affresco degli anni '60, che celebrano i momenti della storia del convento, tra cui appunto il riquadro della Celebrazione del lodo di pace.

Interno del convento di San Giuliano all'Aquila

Convento di San Giuliano (dintorni dell'Aquila): struttura che sorge sopra un piccolo romitorio fondato forse dagli stessi che realizzarono il santuario di Greccio (RI). Il conventino risale al 1415, successivamente venne ampliato su insistenza di San Bernardino e San Giovanni, e vi si installarono i Frati Minori Osservanti. Vi visse e morì il Beato Vincenzo dell'Aquila, che prese i voti tra il 1444 e il 1450.

Ex monastero di Sant'Agnese (L'Aquila): in Piazza Giulio Natali, vicino al monastero di San Basilio, fu costruito nel 1455 per volere di San Giovanni, come convento e ospedale principale della città per accogliere gli infermi. Infatti dopo l'unità d'Italia, il convento fu riconvertito in ospedale civile "San Salvatore", con scuola di ostetricia.

Convento di San Francesco (Capestrano): si trova nell'area cimiteriale, fondato da San Giovanni nel 1447, quando il santo ebbe i terreni per concessione dalla contessa Jacovella da Celano. La struttura iniziale era un piccolo edificio (l'attuale sacrestia), con una decina di celle dei frati. Successivamente nel XVII-XVIII secolo (completamento nell'anno 1742) il convento venne notevolmente ampliato, raggiungendo l'attuale conformazione barocca di chiesa con accanto la struttura monastica a pianta quadrangolare, e biblioteca annessa. Ospita varie reliquie di San Giovanni, all'interno del tempio.

Casa natale di San Giovanni (Capestrano): si trova all'interno del paese, in Discesa del Rosario, dove si trova l'omonima chiesetta, che il santo frequentava. La casa è molto semplice, in pietra sbozzata, a due piani, con una porta e una finestra superiore in cornice di pietra lavorata. Vi si trovano alcuni oggetti di interesse appartenuti al santo.

Influenza culturale

Il giurista Martino Garrati di Lodi dedicò a Giovanni il suo trattato De canonizatione sanctorum (1445-1448) sulla procedura d'indagine per la canonizzazione,[6] il primo del diritto medievale su questo tema.[7]

Note

^ Di qui il soprannome di Giantudesco

^ San GIOVANNI DA CAPESTRANO : Apostolo dell'Europa Unita (Mario SCUDU sdb), su donbosco-torino.it. URL consultato il 17 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2015).

^ Copia archiviata (PDF), su giornaledistoria.net. URL consultato il 17 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).

^ (EN) http://www.katolikus.hu/hun-saints/john.html Archiviato il 21 luglio 2011 in Internet Archive.

^ È stato accusato di antisemitismo: vedi Richard S. Levy, Antisemitism: a historical encyclopedia of prejudice and persecution, ABC-CLIO, 2005

^ DBI.

^ Gigliola Soldi Rondinini, GARATI, Martino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 52, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1999.

Bibliografia

Hélène Angiolini, GIOVANNI da Capestrano, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 55, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001. Modifica su Wikidata

Voci correlate

Chiesa di San Giuseppe (Ortona)

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